(immagine da
www.corriere.it)
L’ultimo filmato pubblico di Hitler lo mostra, pochi
giorni prima della sua morte, davanti al bunker della Cancelleria dove era
rinchiuso da tempo, accerchiato dalle truppe russe impegnate nell’assalto a
Berlino. Si tratta di un filmato tragico: tra le macerie, su di uno sfondo grigio,
lo si vede passare in rassegna un reparto di soldati tra i quali spiccano dei ragazzini
in divisa che lui decora complimentandosi per il loro valore militare. È un’immagine
tristissima che non può non turbare chi si occupa di infanzia e di formazione:
incitare un bambino alla guerra, all’odio per il nemico, all’omicidio,
violentarne i sentimenti e la ragione, pubblicizzarne come esempio da seguire l’immagine
come combattente rappresenta il fondo della barbarie raggiunta da un regime
totalitario sanguinario come quello nazista.
Credevo di non dover più vedere cose simili.
Mi sbagliavo. Già da molti anni siamo informati dell’esistenza
di bambini soldati presso alcuni regimi sanguinari nel continente africano e in
numerosi filmati ne abbiamo visti anche alcuni, in altri paesi impegnati in
drammatici conflitti, marciare in divisa ed addestrarsi all’uso delle armi.
Mai prima d’ora, però, li avevamo visti uccidere a sangue
freddo, come purtroppo è accaduto in questi giorni nei filmati messi in rete
dai criminali che hanno armato le loro mani.
Credo che questo sia uno dei delitti più gravi che si
possa commettere nei confronti dell’infanzia che, come al solito, paga il
prezzo maggiore di quello che le accade attorno. Di fronte a tale orrore non
possiamo rimanere impassibili ma dovremmo alzare la nostra voce perché ciò non
si ripeta più.
Colpisce, su questo episodio, la reazione dei media che
non gli dedicano a mio parere un rilievo adeguato.
Mi sorge, poi, spontaneo, un interrogativo: se non ci
fosse stata la possibilità di diffondere in rete il filmato dell’esecuzione, la
stessa sarebbe avvenuta? È evidente che
si tratta di un rito messo in scena con una forte finalità propagandistica: lo
si sarebbe allestito ugualmente se non si fosse potuto pubblicizzarlo in questo
modo così pervasivo? Forse che le persone uccise e i bambini trasformati in
assassini sono tutti vittime anche di un uso perverso della rete?
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