Un altro articolo, sui
rapporti tra scuola e genitori, che merita qualche riflessione.
Anche in questo caso c’è
qualcosa che mi risulta sgradevole nei toni e nei contenuti.
“Alle
madri italiane non piace l'inserimento all'asilo nido e alla scuola materna,
quelle due, eterne settimane di inizio anno durante le quali viene chiesto che
un genitore si fermi insieme al bimbo”. Sarebbe facile ironizzare
sul fatto che la giornalista ancora non sa che la scuola materna, ormai da
molti anni, ha cambiato nome e si chiama adesso scuola dell’infanzia o che centri
l’attenzione solo sulle madri e non anche sui padri.
Ma la questione credo che
sia un’altra. Sembra, dall’articolo, emergere una contrapposizione tra le
educatrici e le docenti della scuola dell’infanzia da un lato e i genitori dall’altro,
contrapposizione nella quale ognuna delle parti difende i propri interessi: la
difficoltà a gestire tutti assieme bambini non ancora abituati al distacco dalla
famiglia contro i disagi del doversi assentare dal lavoro.
Le problematiche dei
bambini restano sullo sfondo, appena accennate. Chiunque abbia un po’ di
esperienza (e di buon senso) sa benissimo che ogni bambino (e ogni genitore) è
diversissimo dall’altro e che i tempi dell’ambientazione risultano
necessariamente molto differenti a seconda dei casi. Giocano naturalmente un
ruolo molto significativo anche le tradizioni culturali della famiglia.
Non credo perciò che
esista una ricetta uguale per tutti. Occorre piuttosto una buona dose di
elasticità e di spirito di adattamento da una parte e dall’altra per aiutare
davvero tutti i bambini (e tutte le mamme e tutti i papà) ad elaborare questo
primo momento di distacco. Si tratta di uno di quegli eventi della vita del
bambino e anche dei suoi genitori che rappresentano delle importanti fasi di
crescita di cui ho parlato in un post precedente. Sarebbe un peccato, soprattutto
per i piccoli, trasformarlo perciò in un evento carico di tensione e di
malessere.
È proprio così difficile?
Non credo proprio se al centro della nostra attenzione inseriamo le necessità
del bambino e il suo bisogno di crescere.
Sul tema è intervenuto anche il ministro Giannini: poche battute strappate in una frettolosa intervista.
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