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lunedì 22 settembre 2014

L'evoluzione dell'insegnante di sostegno: un libro che fa discutere

Merita attenzione uno degli ultimi lavori di Dario Ianes, dal titolo “L'evoluzione dell'insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva”.

Chiunque abbia mai sentito nominare Dario Ianes sa che si tratta di uno dei maggiori esperti italiani nel campo dell’integrazione alla quale ha dedicato tutta la sua carriera professionale.
Il testo “smuove le acque” e rappresenta, in qualche misura, un approfondimento di un’opera uscita qualche anno fa alla quale Ianes ha collaborato. Si tratta del volume "Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte"
In quest’opera veniva tratteggiato un bilancio critico dell’integrazione in Italia: ad un’appassionata difesa dei suoi valori e principi ancora attuali era affiancata un’analisi lucida dei suoi limiti e delle questioni irrisolte. Tra queste ultime veniva segnalata la figura dell’insegnante di sostegno e, in particolare, la delega quasi totale che a questa figura viene assegnata nella gestione dell’integrazione.
Veniva proposto un superamento dell’attuale impostazione di questa figura attraverso due meccanismi. Il primo consisterebbe nel trasformare l’80% di questi insegnanti in docenti curricolari a tutti gli effetti non collegati cioè a diagnosi o a certificazioni di disabilità di uno o più alunni, ma titolari del progetto educativo e didattico di tutti gli allievi. In questo modo il loro patrimonio professionale sarebbe realmente a disposizione di tutta la classe e consentirebbe di realizzare una didattica maggiormente inclusiva. Il secondo meccanismo riguarda il rimanente 20% dei docenti di sostegno che non diventerebbero curricolari ed assegnati perciò alle singole classi ma costituirebbero un ruolo di insegnanti altamente specializzati itineranti su più scuole alle quali dovrebbero fornire il proprio supporto di alta competenza.
Il testo di Ianes chiarisce ed approfondisce questa proposta presentandola in maniera articolata.
Credo sia superfluo sottolineare come questa proposta abbia scatenato un notevole dibattito.
Segnalo, a titolo di esempio, l’articolo di Salvatore Nocera comparso su superando.i
La cosa che mi ha maggiormente colpito è stato il fatto che le opinioni contrarie siano state più numerose (ed aggressive..) di quelle favorevoli. Eppure io credo che i principi ispiratori siano condivisibili. I docenti di sostegno (soprattutto quelli con una lunga esperienza professionale) possiedono un sapere che potrebbe costituire una risorsa fondamentale per realizzare una scuola davvero inclusiva la quale, come ben sappiamo, ha bisogno che siano principalmente i docenti curricolari a possedere una formazione adeguata in materia di Bisogni educativi Speciali. Ma l’esperienza ci insegna anche che in presenza di disabilità molto specifiche (minorazioni sensoriali, disturbi dello spettro autistico, ecc.) occorrono competenze professionali di alto livello che non sarebbe realistico ritenere in possesso della maggioranza di un consiglio di classe che perciò avrebbe bisogno di un supporto qualificato.
La questione è comunque molto complessa ma credo che meriti una discussione priva di pregiudizi.
Inutile dire quanto mi appassioni. Ho fatto per più di vent’anni il mestiere di docente di sostegno, mestiere che ho amato e del quale ho vissuto tutte le soddisfazioni ma anche tutti i limiti.
Vorrei concludere con un consiglio di lettura: si tratta del testo di Carlo Scataglini, Il sostegno è un caos calmo. E io non cambio mestiere: è uno dei più bei libri sulla scuola che ho letto in questi ultimi anni.

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