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sabato 27 settembre 2014

Ricordando Franca Falcucci



Il 4 settembre è venuta a mancare Franca Falcucci.
Penso che per molti dei lettori di questo blog Franca Falcucci sia - come la maggior parte dei politici della prima repubblica - un’illustre sconosciuta.
Per chi appartiene invece alla mia generazione, invece, rappresenta una parte importante della storia della scuola italiana. Franca Falcucci, infatti, è stato il primo ministro della Pubblica Istruzione donna. Ha ricoperto questa carica dal 1982 al 1987 in anni particolarmente turbolenti nel corso dei quali le sue scelte politiche furono ripetutamente oggetto di contestazione da parte degli studenti e dei sindacati.
Io vorrei ricordarla però soprattutto per il ruolo rivestito nella stesura di un importante documento del 1975, denominato proprio “Documento Falcucci”  che altro non era se non il risultato dei lavori di una commissione da lei presieduta che aveva il compito di delineare delle linee – guida per la realizzazione  di misure e modalità organizzative volte a realizzare l’inserimento dei bambini disabili nella scuola comune. Questo documento ha costituito il punto di riferimento per tutte le iniziative che sono state prese negli anni successivi e che hanno contribuito alla costruzione della “via italiana all’integrazione”.
Vorrei citare qualche passaggio di questo documento.
“La scuola proprio perché deve rapportare l’azione educativa alle potenzialità individuali di ogni allievo, appare la struttura più appropriata per far superare la condizione di emarginazione in cui altrimenti sarebbero condannati i bambini handicappati […] Il superamento di qualsiasi forma di emarginazione degli handicappati passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per favorirne lo sviluppo personale, precisando peraltro che la frequenza di scuole comuni da parte di bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete culturali minime comuni […]  Fondamentale è l’affermazione di un più articolato concetto di apprendimento, che valorizzi tutte le forme espressive attraverso le quali l’alunno realizza e sviluppa le proprie potenzialità e che sino ad ora sono stati lasciate prevalentemente in ombra.”
Una rilettura di questo testo può senz'altro aiutarci a riscoprire alcuni valori che in questi ultimi sono stati dimenticati o, quanto meno, sono stati messi in secondo piano. Si tratta di quei valori di civiltà che negli anni ’70 hanno segnato la stagione politica dei grandi cambiamenti del sistema scolastico italiano tra i quali l’integrazione degli handicappati (come si diceva allora) nella scuola di tutti rappresentava uno degli elementi fondamentali.
Le difficoltà odierne credo che siano il frutto proprio del venir meno di quella grande spinta innovatrice, non solo sul piano sociale e culturale, ma anche su quello didattico e pedagogico. Oggi si percepisce un “calo di tensione”, una mancanza di passione. Proprio di quella passione che animava invece la Falcucci e tutti gli altri che con lei hanno contribuito a rendere la nostra scuola e la nostra società più inclusive e perciò più giuste.

Grazie senatrice Falcucci!

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