(foto da http://www.senato.it/)
Il 4 settembre è venuta a
mancare Franca Falcucci.
Penso che per molti dei
lettori di questo blog Franca Falcucci sia - come la maggior parte dei politici
della prima repubblica - un’illustre sconosciuta.
Per chi appartiene invece
alla mia generazione, invece, rappresenta una parte importante della storia
della scuola italiana. Franca Falcucci, infatti, è stato il primo ministro
della Pubblica Istruzione donna. Ha ricoperto questa carica dal 1982 al 1987 in
anni particolarmente turbolenti nel corso dei quali le sue scelte politiche
furono ripetutamente oggetto di contestazione da parte degli studenti e dei
sindacati.
Io vorrei ricordarla però
soprattutto per il ruolo rivestito nella stesura di un importante documento del
1975, denominato proprio “Documento
Falcucci” che altro non era se non
il risultato dei lavori di una commissione da lei presieduta che aveva il
compito di delineare delle linee – guida per la realizzazione di misure e modalità organizzative volte a
realizzare l’inserimento dei bambini disabili nella scuola comune. Questo
documento ha costituito il punto di riferimento per tutte le iniziative che
sono state prese negli anni successivi e che hanno contribuito alla costruzione
della “via italiana all’integrazione”.
Vorrei citare qualche passaggio
di questo documento.
“La
scuola proprio perché deve rapportare l’azione educativa alle potenzialità
individuali di ogni allievo, appare la struttura più appropriata per far
superare la condizione di emarginazione in cui altrimenti sarebbero condannati
i bambini handicappati […] Il superamento di qualsiasi forma di emarginazione
degli handicappati passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la
scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per
favorirne lo sviluppo personale, precisando peraltro che la frequenza di scuole
comuni da parte di bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete
culturali minime comuni […] Fondamentale
è l’affermazione di un più articolato concetto di apprendimento, che valorizzi
tutte le forme espressive attraverso le quali l’alunno realizza e sviluppa le
proprie potenzialità e che sino ad ora sono stati lasciate prevalentemente in
ombra.”
Una rilettura di
questo testo può senz'altro aiutarci a riscoprire alcuni valori che in questi ultimi
sono stati dimenticati o, quanto meno, sono stati messi in secondo piano. Si
tratta di quei valori di civiltà che negli anni ’70 hanno segnato la stagione
politica dei grandi cambiamenti del sistema scolastico italiano tra i quali
l’integrazione degli handicappati (come si diceva allora) nella scuola di tutti
rappresentava uno degli elementi fondamentali.
Le difficoltà odierne
credo che siano il frutto proprio del venir meno di quella grande spinta
innovatrice, non solo sul piano sociale e culturale, ma anche su quello didattico
e pedagogico. Oggi si percepisce un “calo di tensione”, una mancanza di passione.
Proprio di quella passione che animava invece la Falcucci e tutti gli altri che
con lei hanno contribuito a rendere la nostra scuola e la nostra società più
inclusive e perciò più giuste.
Grazie senatrice Falcucci!
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