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martedì 24 marzo 2020


Recuperare il tempo perduto altrove


Franco Lorenzoni (Piantiamo semi con i nostri figli - Repubblica del 17 marzo 2020) ci ha regalato qualche giorno fa delle sue preziose proposte a genitori ed educatori per questi momenti difficili che stiamo vivendo.

Questo incredibile mese di marzo, nonostante le preoccupazioni e difficoltà che avviliscono tanti, offre a genitori e figli una straordinaria rottura di abitudini, che apre a domande, possibilità e relazioni inedite.

Le sue proposte sono centrate sulla riscoperta del valore e del significato del tempo.

È comprensibile l’ansia di insegnanti e dirigenti, che vorrebbero arrivare ai propri allievi anche a distanza, per paura che qualche conoscenza faticosamente costruita si disperda al vento. Ma per i bambini della scuola primaria, forse, più che sperimentare piattaforme strutturate di educazione a distanza, dovremmo tentare di offrire qualche proposta che aiuti a rendere questo strano tempo esperienza da esplorare e fonte di conoscenza.

Ora che la pericolosa velocità di diffusione di un virus costringe tutti a frenare e rallentare ogni cosa, perché non indagare questa nuova dimensione del tempo in cui tutti ci troviamo a vivere, facendone stimolo di dialogo aperto, desiderio e conoscenza da sperimentare insieme.

[Perché allora, tra genitori e insegnanti, non ci scambiamo suggerimenti sensati per indagare il tempo e il suo senso, giovandoci dell’odierno straniamento? «Il tempo è come il vento — notò anni fa una bambina in terza elementare —. È trasparente e non si vede». «Però quando sei vecchio sì che te ne accorgi che è passato», aggiunse ironico un compagno.

Concentriamoci allora e non perdiamo l’occasione di questo improvviso rallentamento. Ma non possiamo riappropriarci del tempo senza riappropriarci della nostra memoria. E dunque, nei giorni che trascorriamo in casa, dovremmo osare spegnere per qualche ora la quantità impressionante di memorie esterne che circondano le nostre vite di adulti e di bambini e provare a fare a meno di quella intermittenza dell’attenzione reciproca, che è una delle fonti di maggior sofferenza per i più piccoli.

Ogni volta che mi capita di incontrare i genitori in occasione delle socializzazioni di Natale mi viene sempre da dire loro: approfittate delle vacanze dei prossimi giorni per cercare di stare più tempo possibile con i vostri figli. Ne hanno bisogno loro e ne avete bisogno voi. Purtroppo la vita “normale” che conduciamo ci sta rubando sempre di più il tempo per fare le cose più preziose, come stare con i propri cari. Il tempo oggi è sempre più prezioso, perché ne abbiamo sempre meno a disposizione. Ce lo ruba il lavoro, ce lo rubano l’ansia e lo stress.

Adesso il coronavirus ce ne restituisce tanto: ci sta costringendo a fare una pausa, una lunga pausa. Non credo che sarà facile approfittarne. Le preoccupazioni sono tante e noi non siamo più abituati a gestire le relazioni con tempi lunghi e distesi.

Cerchiamo di farlo, però, nelle relazioni con i nostri cari e anche nell’attività di didattica a distanza.

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