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mercoledì 25 marzo 2020


Una buona didattica a distanza

Giancarlo Cerini ci presenta le sue riflessioni sulla didattica a distanza. Si tratta, come al solito, di un intervento sobrio, competente contenente molti stimoli di riflessione.
Elenco quelli, a mio parere, maggiormente significativi.
1.    La didattica a distanza non può essere una riproposizione della didattica in presenza
In generale la didattica a distanza sembra funzionare, quando la scuola non esagera o non pensa di replicare la giornata scolastica in presenza in una giornata didattica “virtuale”: i ragazzi e gli insegnanti non reggerebbero l’impatto e tutto sarebbe inutile.
2.    Ricostruire la relazione empatica – ricreare le routine
Una buona scuola, di questi tempi, non si preoccupa solo dell’apprendimento dei suoi allievi, ma cerca di ricostruire una relazione empatica, come base sicura anche per invogliare curiosità cognitive, voglia di impegnarsi, per ridare senso allo studio e alla scuola “che non c’è”. Ed il rapporto con la scuola, con un calendario di impegni prefissati giorno dopo giorno (senza l’ossessione di riempire tutte le ore “buche”) può svolgere la funzione di creare una nuova routine, un ritmo giusto per le giornate dei nostri ragazzi.
3.    Il genitore tutor per i bambini più piccoli
Il primo contatto con le tecnologie sarà mediato dai genitori (anch’essi diventano dei possibili tutor, che significa: “aiutami a fare da solo”).
4.    La riscoperta del valore etico della professione docente
Ho visto tanti insegnanti, di tutti i livelli scolastici, riscoprire il senso profondo, quasi etico, del loro lavoro (e noi esterni, forse, lo possiamo riscoprire “sbirciando” sulle web-cam attivate nelle classi virtuali).
5.    Un’occasione importante
L’attuale situazione critica è una occasione importante per insegnanti e studenti, per dialogare e interrogarsi su questo scenario inaspettato, sul senso delle lezioni che si fanno insieme, sul valore delle conoscenze, della cultura, dei libri, dell’impegno e dello studio.
6.    Requisiti di una buona didattica a distanza
·         ogni allievo abbia la possibilità di connessione (e il decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 mette a disposizione delle scuole fondi per l’acquisto e la consegna ai ragazzi di devices e strumenti appropriati),
·         gli insegnanti usufruiscano di una formazione supplementare (affinché la didattica a distanza non sia solo fare lezioni in video, ma interagire effettivamente con gli allievi),
·         il curricolo scolastico sia effettivamente “dimensionato” (ad esempio non dovrebbe andare oltre il 50% del tempo dell’orario obbligatorio: non basta stare in rete, bisogna poi studiare, sintetizzare, documentare, organizzarsi).

7.    La valutazione
In queste settimane deve avere la precedenza la valutazione formativa, cioè fornire agli allievi informazioni sull’andamento del loro lavoro, sui livelli di attenzione e di partecipazione, sull’iniziativa e la responsabilità, senza voti. Non significa che va tutto bene, che gli insegnanti si accontentano di qualsiasi risposta o comportamento, perché daranno riscontri agli allievi anche sui punti critici, sulle disattenzioni, sulle carenze, sul recupero necessario, ma in una ottica di miglioramento e di sostegno alla motivazione. […] La valutazione deve essere sincera, ma incoraggiante. Altrimenti si crea il classico circolo vizioso: insufficienza, demotivazione, difficoltà, senso di inadeguatezza, che porta diritto all’insuccesso scolastico (sia esso in presenza che a distanza).

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