Una buona didattica a distanza
Giancarlo Cerini ci presenta le sue
riflessioni sulla didattica a distanza. Si tratta, come al solito, di un
intervento sobrio, competente contenente molti stimoli di riflessione.
Elenco quelli, a mio parere,
maggiormente significativi.
1. La didattica a distanza non può essere una
riproposizione della didattica in presenza
In generale la didattica a
distanza sembra funzionare, quando la scuola non esagera o non pensa di replicare
la giornata scolastica in presenza in una giornata didattica “virtuale”:
i ragazzi e gli insegnanti non reggerebbero l’impatto e tutto sarebbe inutile.
2. Ricostruire la relazione empatica – ricreare le
routine
Una buona scuola, di questi
tempi, non si preoccupa solo dell’apprendimento dei suoi allievi, ma cerca di
ricostruire una relazione empatica, come base sicura anche per invogliare
curiosità cognitive, voglia di impegnarsi, per ridare senso allo studio e alla
scuola “che non c’è”. Ed il rapporto con la scuola, con un calendario di
impegni prefissati giorno dopo giorno (senza l’ossessione di riempire tutte le
ore “buche”) può svolgere la funzione di creare una nuova routine, un ritmo
giusto per le giornate dei nostri ragazzi.
3. Il genitore tutor per i bambini più piccoli
Il primo contatto con le
tecnologie sarà mediato dai genitori (anch’essi diventano dei possibili tutor,
che significa: “aiutami a fare da solo”).
4. La riscoperta del valore etico della professione
docente
Ho visto tanti insegnanti, di
tutti i livelli scolastici, riscoprire il senso profondo, quasi etico, del loro
lavoro (e noi esterni, forse, lo possiamo riscoprire “sbirciando” sulle web-cam
attivate nelle classi virtuali).
5. Un’occasione importante
L’attuale situazione critica
è una occasione importante per insegnanti e studenti, per dialogare e
interrogarsi su questo scenario inaspettato, sul senso delle lezioni che si
fanno insieme, sul valore delle conoscenze, della cultura, dei libri,
dell’impegno e dello studio.
6. Requisiti di una buona didattica a distanza
·
ogni allievo abbia la possibilità di connessione (e il
decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 mette a disposizione delle scuole fondi
per l’acquisto e la consegna ai ragazzi di devices e strumenti appropriati),
·
gli insegnanti usufruiscano di una formazione supplementare (affinché
la didattica a distanza non sia solo fare lezioni in video, ma interagire
effettivamente con gli allievi),
·
il curricolo scolastico sia effettivamente “dimensionato” (ad
esempio non dovrebbe andare oltre il 50% del tempo dell’orario obbligatorio:
non basta stare in rete, bisogna poi studiare, sintetizzare, documentare,
organizzarsi).
7. La valutazione
In queste settimane deve
avere la precedenza la valutazione formativa, cioè fornire agli allievi
informazioni sull’andamento del loro lavoro, sui livelli di attenzione e di
partecipazione, sull’iniziativa e la responsabilità, senza voti. Non significa
che va tutto bene, che gli insegnanti si accontentano di qualsiasi risposta o
comportamento, perché daranno riscontri agli allievi anche sui punti critici,
sulle disattenzioni, sulle carenze, sul recupero necessario, ma in una ottica
di miglioramento e di sostegno alla motivazione. […] La valutazione deve essere
sincera, ma incoraggiante. Altrimenti si crea il classico circolo vizioso:
insufficienza, demotivazione, difficoltà, senso di inadeguatezza, che porta
diritto all’insuccesso scolastico (sia esso in presenza che a distanza).
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